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ARTICOLO TRATTO  DA "IL CITTADINO" DEL 18/12/2010 -  Delmati in festa per la dottoressa Somaini: per 30 anni punto di riferimento dei donatori

 

Delmati in festa per la dottoressa Somaini: per 30 anni punto di riferimento dei donatori
 


Sant’Angelo C’erano anche gli zampognari a festeggiare la dottoressa Adelisa Somaini, che va in pensione e lascia dopo trent’anni l’ospedale di S. Angelo, dove è stata vera colonna portante del laboratorio analisi e punto di riferimento dei tanti donatori di sangue che ogni giorno, anche di domenica, vi si recano per le proprie donazioni. Ai festeggiamenti e ai doverosi ringraziamenti si è unito tutto il personale dell’ospedale, che ha trovato nella dottoressa Somaini una disponibilità unica, un aiuto disinteressato e magari anche una parola di conforto. E non sono pochi coloro che serberanno di lei un ricordo particolare e un segno di gratitudine. Laureata in medicina e chirurgia, è stata un paio d’anni al laboratorio di Codogno e dal 1980 proprio a Sant’Angelo, dove si è occupata in particolare di sierologia e microbiologia, passando le diverse gestioni, da quella iniziale dell’ospedale Delmati con presidente Francesco Lombardi, fino all’attuale Azienda ospedaliera, reggendo in questi ultimi anni in pratica come unico medico il laboratorio, per via del trasferimento a Lodi di parte dell’attività. Ma il suo pensiero principale va soprattutto ai donatori: «Nutro per loro una profonda ammirazione, perché il volontariato esercitato in questi termini è un bene prezioso, che non va assolutamente disperso ed è inutile aggiungere che mi dispiace tantissimo lasciarli, anche se per loro mi rendo disponibile per un eventuale rientro se la direzione aziendale lo vorrà». Ma la sua cortesia, unita alla profonda umanità, le consente di non dimenticare nessuno dei tanti colleghi che hanno collaborato con lei in questi anni: «È stato per me un piacere aver lavorato in questo ospedale, circondata da tante persone amiche, di cui serberò stima e affetto - dice la dottoressa Somaini non senza emozione - e io ho cercato di ricambiare per quanto possibile con grande passione senza fare distinzioni, anche nei confronti di chi aveva più bisogno di altri. E certamente la manifestazione di affetto di questi ultimi giorni mi ha commosso, anche se dimostra che qualche segnale positivo in fondo l’ho lasciato. Per questo ringrazio tutti veramente di cuore». Ora potrà così dedicarsi alla famiglia, ai figli Luigi e Mario, oltretutto noti per la loro attività calcistica nel Sancolombano e nel Pizzighettone e al marito Giovanni, medico di base e già sindaco di Graffignana. Ma certo, un po’ del suo cuore resterà all’ospedale, dove ha lavorato solo per il bene degli altri.P. Z.

 


 

 

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